La dieta del minestrone: vantaggi e limiti

La cosiddetta dieta del minestrone nasce in realtà non come dieta in senso stretto, ma come una sorta di regime alimentare molto particolare al quale venivano sottoposti pazienti cardipatici in attesa di intervento chirurghico. Vero è che tale dieta aveva lo scopo di far perdere peso al paziente, ma è vero anche che di solito non veniva consigliata ai soggetti “sani”, proprio perché non concepita come metodo per far sorridere la bilancia in condizioni normali.

Con il passare del tempo, la dieta del minestrone è entrata nelle simpatie di molti soggetti in sovrappeso, poiché consente di perdere i chili di troppo, mangiando esclusivamente verdure. Nelle varianti più permessive, poi, vengono aggiunti alla dieta anche alimenti molto diversi da quelli che compongono la zuppa, come ad esempio yogurt, carne e pesce.

La versione base, comunque, si limita a consigliare l’assunzione del minestrone come piatto (quasi) esclusivo, lasciando però ampia libertà sia sugli ingredienti che sui condimenti. E questo è uno dei tanti limiti della dieta, poiché la preparazione del minestrone varia a seconda della zona di appartenenza e può prevedere nella ricetta anche l’uso di olio, ad esempio, portatore di parecchie calorie.

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Kangoo jumps, allenarsi rimbalzando

Difficilmente li troverate in qualunque palestra degna di questo nome, ma forse varrebbe la pena procurarseli per provarli almeno una volta nella vita. Di cosa stiamo parlando?

Dei Kangoo jumps, stivaletti montati su una sorta di molla, che vi permetteranno di allenarvi saltellando e divertendovi, con poca fatica ed un risultato assolutamente impressionante. A vederli nell’immagine potrebbero sembrare scomodi e difficili da usare, ma in realtà risultano meno problematici dei pattini a rotelle, ad esempio, e di facile utilizzo persino tra le pareti domestiche.

A cosa servono i Kangoo jumps? Possiamo dire che sono stati concepiti per un allenamento mirato a rafforzare la parte inferiore del corpo, senza per questo forzare le articolazioni a causa dell’impatto con il terreno.

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Il massaggio Shiatsu

A volte per curare piccoli e grandi mali è sufficiente un buon allenamento del corpo, mentre altre volte è necessario ricorrere alla mani di un fisioterapista che intervenga efficacemente alla base del dolore. In questo articolo non vi parleremo di fisioterapia in senso stretto, ma di una pratica nata in oriente e diffusasi ormai a tutte le latitudini, vale a dire il massaggio Shiatsu.

Cominciamo da una definizione generale del termine che in giapponese equivale più o meno a digitopressione, ovvero pressione della dita. Compito del massaggiatore è infatti quello di agire su diverse parti del corpo utilizzando i polpastrelli (da qui il nome) ma anche i palmi delle mani, i gomiti e a volte ginocchia, piedi e nocche delle dita.

Il tutto deve essere eseguito “ascoltando” i messaggi che il corpo invia, al fine di liberare i blocchi e consentire all’energia vitale di scorrere attraverso i meridiani, ognuno dei quali corrisponde ad un determinato organo. Cosa significa ascoltare il corpo? I massaggiatori professionisti imparano con la pratica a capire quale sia il punto esatto del blocco, agendo poi su questo per ripristinare il giusto equilibrio fisico.

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H.E.A.T., la montagna in palestra

La bella stagione invoglia ad uscire di casa e ad allenarsi all’aria aperta, magari su e giù per i sentieri di montagna, dove  i muscoli trovano la situazione ideale per tonificarsi. Ma per chi vive in città ed ha poche opportunità di allenarsi in una situazione idilliaca come quella appena descritta, c’è un attrezzo che può rappresentare una valida alternativa, sebbene nulla possa sostituire l’aria rarefatta dei monti.

Stiamo parlando del Maxerrunner, una sorta di tapis roulant concepito per la pratica del cosiddetto H.E.AT., vale a dire l’High Energy Aerobic Training (allenamento ad alta energia).

L’attrezzo è arrivato in Italia un paio di anni fa, raccogliendo immediatamente il consenso degli sportivi, almeno di quelli che non si lasciano spaventare da un tipo di allenamento che prevede un notevole dispendio di energie, con conseguente sforzo fisico. E allora andiamo a vedere da vicino come funziona ed a cosa serve il Maxerrunner, ricordando che può rappresentare anche un ottimo strumento per l’allenamento domestico, trattandosi di un attrezzo dalle dimensioni tutto sommato contenute.

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Piede d’atleta, prevenzione e cura

Il piede d’atleta (o tinia pedis) è una patologia che colpisce più frequentemente la categoria degli sportivi, ma che può interessare anche coloro che hanno ben poco a che fare con palestre e centri fitness, ma che magari hanno cattive abitudini relativamente a scarpe e calze, ad esempio.

Si tratta di un’affezione causata da alcuni funghi responsabili di una serie di effetti fastidiosi, come ad esempio prurito, eritemi, desquamazione della pelle, vesciche e cattivo odore dei piedi.

Non è così difficile essere colpiti dalla patologia, specie se si frequentano bagni e docce di palestre e piscine, dove l’ambiente caldo e umido favorisce il proliferare dei funghi, con conseguente aumento del rischio di contagio.

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Pubalgia, cause e cure

La pubalgia o sindrome retto-adduttoria è una patologia che colpisce con maggior frequenza i calciatori, anche se non è escluso che possa interessare anche chi abitualmente non prende a calci un pallone.

Volendo dare una definizione, si può dire che si tratta di un dolore muscolare (più precisamente una mioentesite) che riguarda l’osso pubico nei punti di insersione dei muscoli addominali (retto, obliquo e trasveso), del muscolo piramidale e degli adduttori. In termini pratici la pubalgia provoca un fastidio esteso nella zona addominale, inguinale e all’interno delle cosce.

Quali sono le cause di questa fastidiosa patologia? Possono essere diverse e non tutte riconducibili a fattori di tipo fisico. La pubalgia infatti può insorgere nel caso il soggetto si alleni su un terreno irregolare o con scarpe non adatte al tipo di allenamento. I calciatori professionisti però non hanno problemi di questo tipo, avendo a disposizione prati perfetti sui quali correre e calzature delle migliori marche. E allora quale può essere la causa della pubalgia nel calciatore?

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Addominali perfetti con il crunch

Per avere addominali perfetti e scolpiti, non esiste esercizio migliore del crunch in tutte le sue versioni. Vi basterà entrare in una qualunque palestra per rendervi conto di quanto tale esercizio sia praticato, non senza sudore e fatica, certo, ma con risultati sorprendenti per il raggiungimento di un ventre piatto e tonico.

E allora andiamo a vedere in cosa consiste il crunch, praticabile in qualunque luogo e situazione, anche senza un istruttore che dia le indicazioni del caso.

Si tratta di un esercizio che si svolge in posizione supina, sollevando le gambe ad angolo retto e poi spingendole verso il petto. Contemporaneamente anche le spalle si solleveranno da terra, facendo attenzione a non muovere la testa e cercando di far rimanere sempre costante la distanza mento-petto.

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Alimentazione: la Piramide mediterranea

Torniamo a parlare di alimentazione sulle pagine di IlFitness, ricordando per l’ennesima volta che un ottimo allenamento in palestra è del tutto vano, se non viene accompagnato da una corretta dieta, basata sulle reali esigenze dell’organismo.

Nell’articolo di oggi prenderemo in esame la cosiddetta Piramide mediterranea, messa a punto sulla base degli studi di un medico nutrizionista americano che, sbarcato con i soldati Usa in Italia, notò come gli abitanti del Belpaese fossero meno soggetti a malattie cardivascolari rispetto ai pari età degli States.

Di qui una ricerca ad ampio spettro che coinvolse 12.000 soggetti scelti in sette Paesi diversi (Stati Uniti, Italia, Finlandia, Grecia, Yugoslavia, Paesi Bassi e Giappone) con l’intento di dimostrare che una dieta ricca di pasta, pane, frutta, verdura ed olio di oliva aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, mentre diete ricche di carne rossa e grassi (vedi quella statunitense e finlandese) procurano un alto indice di mortalità per patologie cardiache.

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Sport e menopausa

Molto spesso siamo portati a pensare che lo sport sia appannaggio solo di giovani e giovanissimi, dimenticando che anche in età adulta la pratica di una disciplina è di fondamentale importanza per il fisico.

Pensiamo alle donne in menopausa, ad esempio, spesso restie all’idea della palestra e poco disposte a mettersi in moto per tenere allenato il fisico nella fase “critica” della femminilità.

E invece lo sport nel periodo menopausale può essere d’aiuto sia a livello fisico che psicologico, per superare al meglio i piccoli e grandi disturbi tipici di questa fase.

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L’alluce valgo

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle patologie più o meno gravi che possono interessare articolazioni, tendini e muscoli, creando problemi molto fastidiodi specie nei soggetti che praticano sport.

Oggi ci occupiamo dell’alluce valgo, una deformità dell’avampiede, spesso trattabile esclusivamente con intervento chirurgico. Ma andiamo per ordine e cominciamo a definire la patologia, che consiste nella deviazione del metatarso dell’alluce con interessamento del secondo e (più raramente) del terzo dito.

La radiografia che vedete nell’immagine indica esattamente lo spostamento di una parte del primo dito verso l’interno, con conseguente accavallamento con il dito più prossimo e fuoriuscita laterale della cosiddetta “cipolla” o “patata”.

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Doping e sport

Sport e doping sono due argomenti che – purtroppo – vanno a braccetto, specie nel mondo attuale, dove il risultato finale conta più di ogni altra cosa, persino più della salute dell’individuo.

Tanto per fare chiarezza sull’argomento, ricordiamo che con termine doping si intende l’uso di sostanze chimiche, volte ad modificare le prestazioni fisiche ed atletiche del soggetto in modo assolutamente non naturale. Ricorrere a sostanze dopanti, significa quindi alterare il risultato finale, mettendosi in una condizione di grosso vantaggio rispetto agli avversari, che invece devono contare solo sulle proprie forze.

Colui che si dopa quindi è da considerarsi una persona furba? Sportivamente si (per quanto sia difficile chiamare sportivo chi fa ricorso all’artificio, pur di ottenere un risultato), ma dal punto di vista personale non si può certo dire che il doping sia un atto di scaltrezza. Perché?

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Flexi-bar, l’allenamento vibrante

Entrando per la prima volta in una palestra, potreste rimanere incuriositi dalla presenza di un curioso strumento da fitness, che pian piano sta catalizzando l’attenzione degli sportivi di tutte le età.

Si tratta della Flexi-bar, una sorta di bastone flessibile che presenta un’impugnatura centrale e dei piccoli pesi alle due estremità. A cosa serve? Cominciamo col dire che tale strumento ha un effetto vibrante durante l’utilizzo e quindi la capacità di stimolare la muscolatura, “costringendola” a lavorare.

Nelle intenzioni degli ideatori c’era solo un utilizzo riabilitativo, volto soprattutto a coloro che avevano subito piccoli e grandi traumi agli arti superiori ed alla schiena. Successivamente la Flexi-bar è diventata un attrezzo da fitness, tanto che oggi molte palestre la affiancano a tutte le altre apparecchiature per l’allenamento.

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La dieta Hollywood, vantaggi e limiti

Tra la miriade di diete sperimentali proposte a chi ha l’esigenza di perdere qualche chilo, una delle più gettonate è sicuramente la dieta Hollywood, così chiamata perché si dice che diverse star americane l’abbiano provata.

In cosa consiste? Ci sono diverse versioni in proposito, ma non essendo una dieta consigliata da un nutrizionista, vi invitiamo a prendere le informazioni con le pinze.

La versione più drastica prevede l’assunzione di un solo frutto, il pompelmo, da mangiare in spicchi o da bere come spremuta nel corso di 48 ore. Oltre al pompelmo nessun altro alimento può essere assunto, poiché questo frutto dovrebbe purificare l’organismo e bruciare i grassi.

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La fascite plantare

Con il termine fascite plantare si indica un’infiammazione dei fasci fibrosi della pianta del piede, ovvero di quella fascia muscolare che corre tra le dita ed il tallone.

Le cause possono essere diverse e riconducibili sia ad un sovraccarico della zona interessata che ad un tipo di calzatura non adatta alla conformazione del piede stesso, tale da creare la fastidiosa infiammazione.

A seconda della gravità del problema, può manifestarsi un impedimento più o meno grave del movimento, che può limitarsi ad un piccolo fastidio localizzato, ma anche costringere all’immobilità, vista la difficoltà di poggiare il piede a terra.

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