La spalla del nuotatore

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Più volte sulle pagine di IlFitness abbiamo trattato di mal di schiena, sottolinenando l’importanza dello sport nella cura di alcune patologie, ma anche i disturbi provocati proprio dall’attività fisica in quella zona del corpo.

Oggi, in particolare, vogliamo parlare di uno dei disturbi più frequenti, vale a dire ciò che comunemente viene indicato come spalla del nuotatore, patologia tipica degli sportivi che praticano l’arte natatoria, ma anche di coloro che compiono determinati esercizi fisici.

E’ errato infatti ritenere che la spalla del nuotatore interessi solo gli amanti del nuoto, visto che si tratta di una sindrome abbastanza comune in tutti coloro che praticano attività che richiedono il sollevamento del braccio oltre la testa con successivo impatto più o meno violento. Pensiamo ad esempio ai tennisti o ai lanciatori nel baseball: non praticano attività legate alla piscina, eppure possono soffrire della spalla del nuotatore. Perché?

La patologia in realtà consiste in un’infiammazione dei tendini della cuffia dei rotatori, responsabili dei movimenti della spalla, dovuta all’urto della testa dell’omero con uno dei suddetti tendini, tanto da creare l’infiammazione o addirittura l’erosione del tendine stesso.

Un disturbo non da poco, che può avere conseguenze anche gravi sul fisico di uno sportivo, specie se questi si ostina ad andare oltre la soglia del dolore, continuando l’attività fisica. Inizialmente il fastidio può essere limitato al movimento specifico (quando appunto si porta il braccio oltre la testa, esercitando una certa forza), ma – se non trattata adeguatamente – la spalla del nuotatore può provocare dolore anche nelle azioni quotidiane, risultando particolarmente fastidiosa persino in posizione di riposo (a letto, ad esempio).

In caso di danno parziale o completo il consiglio è quello di osservare un periodo di riposo, consultando come sempre uno specialista (meglio se ortopedico), in grado di valutare il danno e di consigliare la giusta terapia. Nei casi più gravi, purtroppo, è necessario il ricorso all’intervento chirurgico per risolvere definitivamente il problema.

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