I tre errori più frequenti nell’allenamento

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Allenarsi senza farsi male non è così semplice quando si tratta di persone che non sono propriamente degli atleti. Questi ultimi, infatti, si trovano nella fascia più alta di specializzazione nel loro sport: di conseguenza il margine di errore è molto basso e lo stimolo necessario per fare gli esercizi in maniera perfetta è molto elevato.

Ma quando la persona fa parte dell’ampia categoria di chi pratica sport da amatore e si trova al di sotto del livello agonistico, allora è una questione diversa. Usare la forza per gli atleti sempre allenati è abbastanza semplice: sollevare pesi sempre più grandi, mangiare più cibo, ottenere muscoli più grandi e più forti. Chi pratica un allenamento base, invece, spesso fa degli errori ricorrenti dovuti alla poca esperienza.

Qui ci sono tre dei più comuni errori che si fanno quando si tratta di sviluppare la forza nei giovani atleti intermedi:

  1. Troppa ripetizione negli esercizi e lavoro di isolamento. Il Bodybuilding ha dominato la cultura occidentale del fitness per così tanto tempo che molti atleti hanno ancora la sensazione di avere bisogno di concentrarsi su come isolare e sullo sviluppo di singoli muscoli attraverso un lavoro ad elevata ripetizione. Questo meccanismo invece non serve a fare di una persona un grande atleta, e non è nemmeno ideale per un bodybuilder. Gli atleti diventano più forti spostando l’attenzione dal sollevamento pesi sempre ripetuto all’unione di esso con movimenti atletici. Accovacciarsi, premere, affondare, tirare, e altri grandi movimenti utilizzati insieme al sollevamento pesi dovrebbero essere la base per tutti i programmi sportivi.
  2. Troppo allenamento. Questo è uno degli errori più frequenti nei giovani atleti: ritengono che “più è meglio”. Inoltre c’è anche questa idea della competizione per cui hanno sempre bisogno di superare sempre i loro amici, e questo per loro significa allenarsi di più e passare più ore in palestra. Niente di peggio: l’allenamento per la resistenza è più efficace se lo si fa gradatamente e poco alla volta, per stimolare l’organismo ad adattarsi. La parola chiave deve essere “stimolare”. La resistenza è qualcosa di molto diverso dallo sfinimento e dal cadere a terra dopo ore di allenamento e centinaia di ripetizioni.
  3. Mancanza di periodi di pausa. Un’altra cosa che le persone tendono a fare (e spesso si tratta delle stesse persone che esagerano con il volume di allenamento) è non è prendere il tempo necessario per recuperare. Dopo un periodo di duro allenamento si dovrebbe infatti prendere un po’ di tempo (un giorno o due ogni settimana) per un allenamento più ridotto, a volte senza allenarsi per niente, per recuperare. Questo permette al corpo di “guarire” da tutto il duro allenamento che si è fatto, da tutti gli stimoli che gli si è dato, e anche mentalmente permette di prendere una pausa dallo stress. Le pause ben programmate sono un grande aiuto per il benessere in modo da tornare poi ad allenarsi più freschi, più forti di prima, più motivati a tornare “in campo”.

L’allenamento duro dei giovani atleti non sempre è fatto con saggezza. Sembra quasi che un’interruzione equivalga a fare un passo indietro, e così si continua ad applicarsi duramente. Alla fine il corpo non può tenere il passo con l’abuso costante della forza fisica e può capitare che il miglioramento si fermi oppure si verifichi un danno. Le lesioni, però, portano una pausa forzata e molto più lunga della pausa che si sarebbe potuto fare prima.

Esaminate il vostro allenamento per vedere se state facendo uno di questi errori. Diventare più forti è un obiettivo: al fine di raggiungere tale obiettivo è necessario essere concentrati ed avere un buon piano.

Foto | Flickr

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