Cupping, la terapia cinese che usa Phelps

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Nel corso dei Giochi Olimpici di Rio 2016 abbiamo assistito al ritorno del grande campione del nuoto Phelps che si è esibito con la schiena piena di strani segni circolari: si tratta dei segni lasciati dal cupping, una terapia di origine cinese che il nuotatore utilizza per rilassarsi e recuperare la forma fisica dopo un allenamento intenso o gare impegnative.

cupping

Si tratta di una tecnica sfruttata da numerosi sportivi che consiste nell’applicazione sulla pelle di una serie di coppette di vetro che agiscono come ventose grazie all’uso di una fiamma. Si applicano su differenti punti del corpo, secondo una mappa che richiama punti sensibili utilizzati anche nell’agopuntura, per una durata di 5-10 minuti.

Attraverso la combustione dell’ossigeno prodotta dalla fiamma, le ventose aderiscono alla pelle grazie ad un effetto ventosa. Si crea così una sorta di risucchio della pelle che agisce stimolando la circolazione sanguigna e il drenaggio linfatico.

In definitiva si tratta di una tecnica antica e già nota a chi si interessa di metodologie alternative per la cura del corpo ma vederne i segni sulla poderosa schiena dell’atleta pluri-medagliato ha attratto la curiosità di tutto il mondo. La domanda è: sarà davvero efficace?

I detrattori di questo approccio ritengono che si possono procurare delle micro-rotture di vasi sanguigni a causa dell’effetto ventosa che lasciano poi i segni circolari come ematomi. D’altro canto però questa stessa azione stimola il flusso sanguigno in zone specifiche del corpo, favorendo un recupero più rapido dalla fatica muscolare.

Non sono disponibili molti studi scientifici che supportano l’efficacia del cupping ma una ricerca del 2011 ha verificato che l’applicazione di ventose nella zona del collo è efficace nel ridurre i dolori a carico di questa zona del corpo. I più ritengono tuttavia che si tratti soprattutto di un effetto placebo. Intanto Phelps colleziona medaglie.

Photo | Thinkstock

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