Olimpiadi 2012: i segreti dell’allenamento

Spread the love

Le Olimpiadi 2012, ormai prossime alla conclusione, hanno lasciato il segno anche per le innovative e curiose metodologie di allenamento che sembrano essere un abile mix tra fantascienza, medicina e sport.  Grazie a questi metodi, a volte curiosi, gli atleti possono incrementare le loro peformance atletiche, in un modo sicuramente originale e strano, ma pur sempre legale.

Mentre l’edizione 2012 dei Giochi Olimpici di Londra viene sconvolta dai casi di doping (L’atleta italiano Schwazer è stato trovato positivo all’ EPO pochi giorni fa),  gli atleti si preparano ad affrontare le competizioni grazie ad alcune innovative metodologie di allenamento.

Il“Cyclic Variations in Adaptive Conditioning“, è il fulcro di un metodo di allenamento che prevede l’utilizzo di una capsula, detta CVAC (pod), capace di riprodurre in poco spazio delle condizioni atmosferiche speciale, simili a quelle delle camere “iperbariche” utilizzate in medicina che regolano temperatura, densità e pressione dell’aria. L’atleta si posiziona in queste capsule che sono regolate da un computer che controlla le condizioni “atmosferiche” e crea pressioni ritmiche e regolari utili per stimolare il sistema cardiocircolatorio e combattere la formazione di acido lattico. Tra i sostenitori del CVAC vi  anche il tennista Djokovic.

Dalla Polonia, e dal centro olimpico del 2000, arriva invece la crioterapia che, come è possibile intuire dal nome, si basa sul freddo. Nuotatori, marciatori, campioni di sollevamento peso e tante alte discipline entrano in queste camere con una temperatura a circa 140 gradi sotto lo zero: le reazioni sono immediate e comprendono un rallentamento del metabolismo, un ingrossamento di vene e muscoli funzionale però alla loro guarigione ed al recupero, ma anche un innalzamento dei livelli di endorfine che agiscono come antidolorifico.

Dalla medicina, invece, viene il RIPC, acronimo di Remote Ischemic PreConditioning, già utilizzato anche in altre competizioni, che prevede l’utilizzo di due fasce da applicare a braccia e gambe. Queste fasce vengono gonfiate e strette per alcuni minuti per contrastare acido lattico, prevenire e curare dolori muscolari e crampi. In medicina, invece, il RIPC viene utilizzato per curare gli attacchi cardiaci. I risultati sono positivi: gli atleti che ne fanno uso migliorano di circa 30 secondi nella corsa 5km o di 7 secondi nei 1000mt di nuoto. Tuttavia, nonostante i buoni risultati ottenuti, non si escludono controindicazioni anche gravi come per il cuore.

Lascia un commento