La dieta anticellulite

La cellulite è un cruccio che affligge gran parte della popolazione femminile, indipendentemente dall’età anagrafica e dalla stazza fisica. E’ un errore infatti pensare che tale inestetismo possa riguardare solo una determinata categoria di soggetti, quali ad esempio le donne sopra gli “anta” o quelle con qualche chilo di troppo, poiché non è raro vedere la classica buccia d’arancia su corpi magrissimi di donne giovani.

In realtà la cellulite inizia a manifestarsi proprio nel periodo dell’adolescenza, quando il flusso ormonale comincia a fare il suo corso nel corpo di una ragazza. Se poi ci sono fattori legati all’ereditarietà o a questioni di predisposizione (eccessiva ritenzione idrica, ad esempio) ecco che la cellulite troverà un buon terreno sul quale stabilirsi.

Generalmente si localizza sulle cosce e sui glutei, presentandosi sottoforma di smagliatura o con piccoli e grandi noduli ben indiviuabili. Come combattere la cellulite? Un buon esercizio fisico contribuisce a limitare i danni, ma la prevenzione e la cura cominciano dalla tavola, con un buon regime alimentare da seguire.

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La dieta Mayo, pro e contro

Ultimamente se ne sente parlare sempre meno, ma negli anni ’80 la dieta Mayo era piuttosto gettonata, tanto da catalizzare l’attenzione di numerosi “seguaci”, pronti a grandi rinunce pur di perdere qualche chilo. In cosa consiste?

Si tratta di una di quelle diete che tendono ad escludere numerosi alimenti, a favore di altri che diventano pressoché esclusivi. A dire il vero i cibi consentiti dalla dieta Mayo sono solo tre, vale a dire il pompelmo, consumato in quantità industriale, la carne (in particolare la pancetta a colazione) e le uova (non più di 6 al giorno). In alcune versioni sono poi permesse le insalate di tanto in tanto, mentre sono assolutamente esclusi i legumi, il pane, i cereali ed i grassi (permessi solo nel condimento delle insalate).

In questo modo, a detta degli ideatori della dieta, si dovrebbe perdere peso in modo abbastanza veloce, purché ci si attenga ai ritmi imposti dal programma, vale a dire 12 giorni di regime alimentare e due di riposo, in cui ci si può permettere qualche strappo alla regola.

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La dieta macrobiotica funziona davvero?

La dieta macrobiotica venne ideata nel secolo scorso da una studente giapponese, convinto di essere guarito dalla tubercolosi grazie ad un regime alimentare fondato sui principi della medicina orientale. Il vero boom della dieta si ebbe però dopo la seconda guerra mondiale, quando – esportata negli Stati Uniti – diventò un vero e proprio cult per un’intera generazione, resistendo fino ai giorni nostri.

Ma in cosa consiste? Cominciamo col dire che la dieta macrobiotica pone le sue basi sull’equilibrio tra l’energia Yin e l’energia Yang, contenute nei vari alimenti, le quali devono trovare la giusta armonia anche all’interno del nostro organismo.

Per dirla in termini pratici, esistono cibi Yin e cibi Yang, da assumere nella giusta dose e seguendo determinate regole di cottura, affinché trovino il giusto equilibrio ed aiutino a vivere meglio. Cosa consiglia e cosa vieta la dieta di tipo macrobiotico?

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La dieta del minestrone: vantaggi e limiti

La cosiddetta dieta del minestrone nasce in realtà non come dieta in senso stretto, ma come una sorta di regime alimentare molto particolare al quale venivano sottoposti pazienti cardipatici in attesa di intervento chirurghico. Vero è che tale dieta aveva lo scopo di far perdere peso al paziente, ma è vero anche che di solito non veniva consigliata ai soggetti “sani”, proprio perché non concepita come metodo per far sorridere la bilancia in condizioni normali.

Con il passare del tempo, la dieta del minestrone è entrata nelle simpatie di molti soggetti in sovrappeso, poiché consente di perdere i chili di troppo, mangiando esclusivamente verdure. Nelle varianti più permessive, poi, vengono aggiunti alla dieta anche alimenti molto diversi da quelli che compongono la zuppa, come ad esempio yogurt, carne e pesce.

La versione base, comunque, si limita a consigliare l’assunzione del minestrone come piatto (quasi) esclusivo, lasciando però ampia libertà sia sugli ingredienti che sui condimenti. E questo è uno dei tanti limiti della dieta, poiché la preparazione del minestrone varia a seconda della zona di appartenenza e può prevedere nella ricetta anche l’uso di olio, ad esempio, portatore di parecchie calorie.

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Alimentazione: la Piramide mediterranea

Torniamo a parlare di alimentazione sulle pagine di IlFitness, ricordando per l’ennesima volta che un ottimo allenamento in palestra è del tutto vano, se non viene accompagnato da una corretta dieta, basata sulle reali esigenze dell’organismo.

Nell’articolo di oggi prenderemo in esame la cosiddetta Piramide mediterranea, messa a punto sulla base degli studi di un medico nutrizionista americano che, sbarcato con i soldati Usa in Italia, notò come gli abitanti del Belpaese fossero meno soggetti a malattie cardivascolari rispetto ai pari età degli States.

Di qui una ricerca ad ampio spettro che coinvolse 12.000 soggetti scelti in sette Paesi diversi (Stati Uniti, Italia, Finlandia, Grecia, Yugoslavia, Paesi Bassi e Giappone) con l’intento di dimostrare che una dieta ricca di pasta, pane, frutta, verdura ed olio di oliva aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari, mentre diete ricche di carne rossa e grassi (vedi quella statunitense e finlandese) procurano un alto indice di mortalità per patologie cardiache.

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La dieta Hollywood, vantaggi e limiti

Tra la miriade di diete sperimentali proposte a chi ha l’esigenza di perdere qualche chilo, una delle più gettonate è sicuramente la dieta Hollywood, così chiamata perché si dice che diverse star americane l’abbiano provata.

In cosa consiste? Ci sono diverse versioni in proposito, ma non essendo una dieta consigliata da un nutrizionista, vi invitiamo a prendere le informazioni con le pinze.

La versione più drastica prevede l’assunzione di un solo frutto, il pompelmo, da mangiare in spicchi o da bere come spremuta nel corso di 48 ore. Oltre al pompelmo nessun altro alimento può essere assunto, poiché questo frutto dovrebbe purificare l’organismo e bruciare i grassi.

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La dieta per l’ernia iatale

L’ernia iatale o jatale è una patologia causata dal passaggio di una parte di stomaco dall’addome al torace attraverso un foro posto nel diaframma, chiamato iato esofageo.

A soffrirne sono per lo più i soggetti in età avanzata, ma non è escluso che tale patologia possa presentarsi anche all’alba dei 50 anni o addirittura in età infantile (in questo caso si tratta di un problema congenito). Generalmente sono le donne a presentare maggiore predisposizione al problema, così come le persone in sovrappeso.

Può succedere poi che alcuni soggetti convivano senza problemi con la patologia, non rendendosi conto neppure di soffrirne, ma nella maggior parte dei casi un’ernia iatale procura fastidi non trascurabili come ad esempio dolore allo stomaco o al torace, acidità ed un’elevata salivazione.

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La dieta del podista

Abbiamo più volte ripetuto che per mantenere una forma ottimale non è sufficiente un buon allenamento fisico, ma serve anche una corretta alimentazione. Quello che ancora non abbiamo sottolineato è che non tutte le discipline sportive richiedono lo stesso tipo di dieta.

In queste poche righe ci occuperemo dell’alimentazione adatta ad un podista, riservandoci di presentare anche quelle relative ad altre discipline nei prossimi capitoli.

Un runner ha bisogno di immagazzinare un certa quantità di elementi nutritivi, a seconda dell’intensità e della durata dell’allenamento, ma sempre basata su una dieta di tipo mediterraneo, che comprenda dunque l’assunzione di carboidrati, proteine e grassi.

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L’osteoporosi si combatte a tavola

L’osteoporosi è una delle malattie più diffuse per quanto riguarda il sistema osseo e colpisce sia l’universo maschile che quello femminile, anche se quest’ultimo è maggiormente interessato dal problema, specie in fase di menopausa.

Si tratta di una patologia che comporta una certa fragilità dello scheletro, tanto che le ossa tendono a fratturarsi molto più facilmente di quanto accade in un soggetto sano.

Non vogliamo annoiarvi con termini e discorsi di tipo medico, ma ci limiteremo ad analizzare le varie categorie a rischio, con particolare attenzione a quella delle ragazze che, pur di perdere peso, trascurano i danni che la dieta può provocare sull’organismo, primo fra tutti – appunto – quello che porta all’osteoporosi.

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Combattere la cellulite facendo sport

La cellulite, problematica che affligge una gran parte della popolazione femminile, è un inestetismo cutaneo che causa la tipica “pelle a buccia d’arancia” localizzata sopratutto in alcune parti del corpo come gambe, fianchi e addome. A provocarla, però, non è solo uno stile di vita sedentario ed un alimentazione ricca di grassi e calorie, ma contribuiscono sicuramente anche problemi di circolazione e ritenzione idrica.

In qualunque caso, quindi, praticare attività fisica è un’ottima soluzione per combattere la cellulite ed è preferibile orientarsi su attività che stimolano il consumo di grassi, migliorano il metabolismo ed il sistema cardiovascolare e circolatorio.

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Crampi, ecco come evitarli

Molto spesso, durante una sessione di allenamento, ma anche facendo alcuni movimenti durante la giornata, possono comparire improvvisamente delle sensazioni dolorose e fastidiose in alcune parti del corpo. Si tratta dei crampi, ovvero delle contrazioni involontarie dei muscoli, che possono essere più o meno intense, e che interessano sopratutto polpacci e piedi, ma possono coinvolgere più muscoli ed essere avvertite anche durante il risposo notturno.

La causa di queste dolorose ed improvvise contrazioni è solitamente da imputarsi ad una scorretta ossigenazione dei tessuti muscolari, ad un elevato stress, ma sopratutto alla mancanza di sali minerali e liquidi. E’ necessario garantire al proprio organismo sempre un corretto apporto di potassio, calcio, magnesio e sodio, per evitare di andare incontro ai crampi e basta seguire alcune piccole attenzioni per introdurre questi preziosi elementi con l’alimentazione.

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Donne: si al fitness anche durante il ciclo

Il ciclo mestruale che si presenta per circa 5 giorni al mese ogni 28 giorni può costituire spesso un problema per le donne poichè non è raro che sia accompagnato da disturbi, di lieve, ma a volte anche di grave entità, come mal di testa, crampi addominali, stanchezza e nausea, che rendono più difficoltose le attività quotidiane. Proprio per questo, si è ritenuto erroneamente, sopratutto in passato, che è preferibile evitare di praticare attività fisica durante il ciclo.

In realtà, non esistono particolari controindicazioni per dedicarsi al fitness ed allo sport anche durante “quei giorni”, ma è sufficiente ascoltare le esigenze del proprio organismo ed assecondarle per evitare fastidiosi problemi. Spesso, infatti, le limitazioni sono più psicologiche o dovute allo stato di astenia,  e fare movimento è sconsigliato solo in caso di disturbi più gravi, come la presenza di dismenorrea, ovvero forti dolori, o consistenti perdite ematiche, menorrea. Basta seguire alcuni consigli per non dover rinunciare a mantenersi in forma.

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La dieta a punti: vantaggi e limiti

Tra i vari metodi finalizzati alla perdita di peso, merita una particolare citazione la cosiddetta dieta a punti, ideata molti anni anni dal professor Guido Rizzoli. In cosa consiste?

Generalmente una dieta si basa sul numero delle calorie assunte nel corso della giornata, mentre in questo caso viene assegnato un punteggio ad ogni alimento, in modo che la somma corrispondente non superi un certo numero stabilito secondo la propria altezza ed il proprio peso.

Di per sé la dieta a punti può rappresentare un ottimo metodo per dimagrire, proprio perché non si basa su una tabella di marcia da seguire assiduamente (pensate alle classiche diete con 20 grammi di pane o 30 di pasta, ad esempio), ma lascia una certa autonomia all’individuo, che può scegliere gli alimenti a suo piacimento.

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Maniglie dell’amore: come eliminarle

Uno dei più grandi crucci di uomini (soprattutto) e donne è quel cumulo di grasso concentrato tra fianchi e pancia, che prende il simpatico nome di “maniglie del’amore”. A differenza del nome, però, tale inestetismo non è così simpatico da portarsi dietro, specie quando ci si ritrova costretti a spogliarsi in pubblico (al mare, in piscina, in palestra).

C’è chi dice di apprezzarle in modo particolare e chi, non sapendo come eliminarle, dice di andarne fiero, ma in realtà quei rotoli non rappresentano un bel biglietto da visita per chi vuole sentirsi in forma ed avere un fisico perfetto.

Ma ci sono dei metodi per eliminarle o almeno ridurle? Naturalmente si, a patto che si segua un determinato regime alimentare da associare a un tot di esercizio fisico, mirato a rassodare quella zona del corpo. E allora ecco qualche indicazione utile per chi è stanco di portarsi dietro un così grave peso e magari vuole arrivare in forma alla prova costume.

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