Training autogeno e sport

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Spesso si sente parlare di Training Autogeno come di un valido aiuto nella cura di diverse patologie legate sia all’aspetto psichico che a quello fisico di un soggetto. Ma sappiamo davvero di cosa si tratta e quanto può essere utile?

Cominciamo col dire che per Training Autogeno si intende una tecnica di rilassamento elaborata e poi sviluppata da uno psichiatra tedesco un’ottantina di anni fa. Lo scopo del luminare era quello di insegnare al paziente un metodo per regolare il proprio rilassamento in modo autonomo e senza l’aiuto di un medico.

La tecnica, pur non implicando particolari esercizi da praticare, richiede una certa esperienza, acquisibile solo con un buon allenamento di base (training, appunto), al fine di raggiungere l’obiettivo che ci si è proposti. Degli esercizi e delle posizioni parleremo più avanti, mentre per ora ci limitiamo ad indicare quali benefici può portare un corretto Training Autogeno, sia nella vita quotidiana che nello sport.

Praticare il Training Autogeno significa avere notevoli miglioramenti nella respirazione, nella circolazione del sangue e nel metabolismo. Per non parlare poi del beneficio portato a livello nervoso, essendo una pratica molto utile per combattere lo stress e tutte quelle tensioni muscolari e psichiche che impediscono o limitano una vita quotidiana regolare. Inoltre è suggerito nella cura di patologie legate all’ansia, alla tachicardia, all’insonnia, all’emicrania, all’ipertensione, all’asma bronchiale, alla stipsi ed alla gastrite.

In particolare nello sport (che poi è l’argomento che maggiormente ci interessa, essendo questo un sito di fitness) aiuta a combattere l’ansia, infondendo nel soggetto sicurezza e fiducia nelle proprie capacità.

Per praticare al meglio il Training Autogeno occorre trovare il giusto ambiente “di allenamento”, in modo che non ci siano disturbi che possono rovinare la concentrazione ed il rilassamento. Ogni “seduta” dura mediamente una decina di minuti, anche se i principianti possono accontentarsi di vari “blocchi” più brevi.

In quanto alle posizioni, si può scegliere quella supina, quella seduta su una sedia/poltrona con braccioli e quella su una sedia, ma senza appoggiare la schiena. Per ora concludiamo qui, ma torneremo sull’argomento per illustrare i vari esercizi da compiere al fine di arrivare ad uno stato di rilassamento totale.

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