Distorsione alla caviglia, l’infortunio più diffuso tra chi fa sport

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Chi fa sport può andare incontro a degli infortuni; quello più diffuso è il trauma distorsivo alla caviglia, sia per i professionisti che per chi pratica sport a livello amatoriale. Scopriamo, dunque, perché questo infortunio è così frequente, cosa diagnosticarlo e come intervenire per il recupero.

Il trauma distorsivo alla caviglia è, in pratica, la perdita momentanea dei rapporti articolari fra due capi ossei ed è, come dicevamo, l’infortunio più frequente tra chi fa sport a tutti i livelli, basti pensare che le stime parlano di circa 500 casi al giorno. Gli sportivi più colpiti sono quelli che praticano rugby, calcio, basket e volley ma, in generale, si tratta di un trauma molto legato al fare sport. I motivi sono diversi: innanzi tutto le prestazioni più intense, i tempi di recupero ristretti e, in alcuni casi, una preparazione atletica non adeguata.

Se avete subito questo trauma, la prima cosa da fare è un attento esame clinico, durante il quale dovrete spiegare al medico come è avvenuto il movimento che ha provocato il trauma; generalmente, poi, l’esperto vi chiederà di fare una radiografia per capire esattamente l’entità dell’infortunio. Nel caso in cui le ossa non siano coinvolte nell’infortunio, vi verrà effettuato un bendaggio adesivo oppure vi verrà applicato un tutore e poi vi verrà prescritto qualche giorno di riposo; a seconda dell’entità del trauma e dei tempi di recupero vi potrebbe essere indicate anche alcune sedute di fisioterapia.

Il tempo per il recupero funzionale completo varia a seconda della gravità dell’infortunio, e va dalle tre alle cinque settimane; negli sportivi professionisti il tempo di recupero è più breve rispetto a coloro che si allenano a livello amatoriale. Una caviglia che ha subito un trauma è più soggetta alle recidive, soprattutto sei tempi di recupero non sono appropriati, perciò non abbiate fretta di tornare in pista ad allenarvi o a giocare, bensì rispettate i tempi che vi indicherà il medico per non incorrere in infortuni più gravi.

 

Photo Credit | Thinkstock

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