Infortuni: ghiaccio o calore per guarire?

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Chi pratica attività sportiva è soggetto più di ogni altro agli infortuni, siano essi legati alla muscolatura o alle articolazioni. Piccoli malanni per i quali a volte è sufficiente un po’ di sano riposo per tornare in forma più di prima o gravi danni che richiedono un trattamento medico per essere risolti completamente.

In ogni caso, si può rendere necessario un intervento tempestivo, affinché l’arto o il muscolo non subiscano ulteriori complicazioni. Quante volte, ad esempio, avete visto un atleta “curarsi” con la borsa del ghiaccio sulla parte interessata dal dolore?

E’ chiaro poi, che questa pratica non rappresenta una vera e propria cura, ma solo un modo, per esempio, di bloccare il gonfiore o di limitare l’infiammazione. Ma il trattamento con il ghiaccio è sempre consigliato o a volte sarebbe meglio intervenire con una terapia a base di calore?

La crioterapia, ovvero la “cura” tramite il ghiaccio, si usa generalmente per combattere le infiammazioni, siano esse di lieve entità o acute. La soluzione migliore sarebbe quella di applicare la borsa del ghiaccio (o la classica bistecca tirata fuori dal freezer) subito dopo l’infortunio, per evitare che i vasi sanguigni si dilatino, aumentando il gonfiore ed il dolore nella zona interessata.

Come detto, in casi di estrema necessità si può anche intervenire utilizzando una fetta di carne presa dal frigo, ma se la terapia deve essere effettuata in modo continuo, sarebbe più opportuno acquistare il ghiaccio sintetico, creato appositamente per i piccoli e grandi traumi.

Una terapia a base di calore, invece, è assolutamente sconsigliata in caso di infiammazione, poiché produce la dilatazione dei vasi sanguigni, aggravando ulteriormente il problema. La classica “pezza calda” può invece essere efficace per distendere i muscoli ed i tendini contratti, in modo che – scaldandosi – possano riprendere la giusta mobilità. In caso di lieve o grave infortunio, quindi, valutate bene la situazione prima di intervenire in un modo o nell’altro e, soprattutto, consultate un esperto.

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