Capoeira, la lotta-danza rituale brasiliana

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Confesso che per anni ho creduto che la capoeira fosse una danza latino-americana. Mi sono crogiolata nella mia ignoranza fino a qualche giorno fa quando, casualmente, ho sentito qualcuno parlarne in tv. Così, come spesso mi accade, ho iniziato a sentire il desiderio/bisogno di approfondire l’argomento ed ho scoperto che…non avrei potuto sbagliarmi di più!

La capoeira, infatti,  definita come arte marziale brasiliana caratterizzata da musica e movimenti armonici, è un’affascinante mescolanza di lotta e danza che affonda le proprie radici, per quanto se ne sa, in rituali appartenenti ad alcune tribù africane tratte in schiavitù e deportate in Brasile intorno al 1500. Si ritiene che gli schiavi praticassero la capoeira per allenarsi al combattimento e confondere i propri carcerieri dissimulando con la danza mosse di lotta.

Una volta proclamata, alla fine del 1800, la fine della schiavitù, i discendenti dei primi capoeristi avrebbero continuato a praticare la capoeira per difendersi dai pericoli incontrati nella loro vita, spesso condotta ai margini. Considerata per lungo tempo appannaggio di criminali e malavitosi la capoeira fu riscattata intorno agli anni ’30 dalla nascita delle prime scuole di addestramento fino ad essere riconosciuta come sport nazionale brasiliano nel 1974.

La capoeira comprende diversi stili attualmente non facilmente distinguibili l’uno dall’altro il cui comune denominatore è la musica al ritmo di berimbau, un arco di legno di lunghezza variabile che tende una corda metallica e alla cui base è fissata una piccola zucca cava e secca che funge da cassa di risonanza.

Il suonatore tiene l’arco rivolto verso di sè e percuote la corda con una bacchetta di legno, quindi, allontanando o avvicinando a sè la zucca amplifica o attutisce il suono, mentre pizzicando la corda con una pietra levigata modifica l’ampiezza della vibrazione.

I capoeristi giocano, gioco infatti è definita la loro performance, al centro di un cerchio formato da altri capoeristi denominato roda mentre il capoerista più anziano, o il maestro, suona il berimbau Boi, il più grave e sacro dei tre tipi di berimbau il cui ritmo guida la formazione della roda, da avvio al gioco e ne detta le modalità.

Non sempre è previsto il contatto fisico tra i giocatori, anche questo dipende dal ritmo proposto dal berimbau e dalle regole dettate da ciascuna scuola. L’obiettivo, d’altra parte, non è atterrare l’avversario; rispetto, competizione, provocazione e astuzia sono gli elementi attraverso i quali il capoerista cerca di affermare la propria superiorità sull’avversario.

I capoeristi indossando dei pantaloni tipici adatti ad agevolarne i movimenti, spesso vere e proprie acrobazie, chiamati abadà e di colore differente a seconda delle scuole di appartenenza, Mentre si svolge il gioco i capoeristi della roda seguono il ritmo del berimbau battendo le mani o suonando gli altri strumenti tipici della capoeira: atbaque, pandeiro, agogo e reco reco.

Attualmente nel nostro paese si contano un centinaio di scuole di capoeira.

Altro che danza!

Photo credit | Getty images

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