Sport e doping: gli stimolanti

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Ancora una volta l’argomento doping torna ad occupare spazio sulle pagine de ilFitness. Stavolta ci occupiamo di stimolanti, vale a dire di quelle sostanze che vanno ad influire sul sistema nervoso centrale, aumentando il flusso di sangue nei muscoli, la capacità di concentrazione e la forza del cuore.

A dire il vero tali sostanze non sono più largamente utilizzate nello sport come una trentina di anni fa, ma ciò non toglie che ci siano ancora parecchi soggetti che ne fanno uso per migliorare le proprie prestazioni o che assumono stimolanti senza neanche rendersene conto.

E allora facciamo un rapido giro alla scoperta di tali sostanze, considerate doping a tutti gli effetti e dunque vietate in ambito sportivo.

Uno stimolante che potrebbe sembrarvi innocuo è la caffeina, contenuta nel caffè, nel the, ma anche in bevande molto comuni come la Coca Cola o le bibite energetiche. Prendere tre o quattro caffè al giorno o bere due bicchieri di Coca Cola può essere dunque considerato doping? Ovviamente no, ma bisogna ricordare che dosi massicce di caffeina possono alterare la prestazione e quindi tale sostanza è da considerare alla stregua di altre più pericolose. Dunque, un caffè subito dopo i pasti va bene, ma non 6-7 tazzine al giorno, che porterebbero ad una soglia di 12 microgrammi/ml, diventando doping a tutti gli effetti.

Un’altra sostanza stimolante è l’efedrina, contenuta anche nei normali farmaci contro le malattie da raffreddamento. Tale sostanza ha il potere di stimolare la forza di contrazione e la frequenza del cuore, aiutando dunque non poco il raggiungemento del risultato sportivo.

I danni però possono essere gravi e compromettere la salute dell’atleta, che sarà portato a superare i propri limiti, non rendendosi conto del rischio corso. Ed i rischi nell’uso degli stimolanti è davvero alto, considerando che in passato ci sono stati diversi decessi dovuti proprio all’uso sconsiderato di tali sostanze. Nel momento in cui vi propongono la famosa pastiglia per diventare imbattibili, fatevi due conti e vi renderete conto che non vale la pena rischiare così tanto per avere una medaglia in più o per vincere una gara.

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