La fascite plantare

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Con il termine fascite plantare si indica un’infiammazione dei fasci fibrosi della pianta del piede, ovvero di quella fascia muscolare che corre tra le dita ed il tallone.

Le cause possono essere diverse e riconducibili sia ad un sovraccarico della zona interessata che ad un tipo di calzatura non adatta alla conformazione del piede stesso, tale da creare la fastidiosa infiammazione.

A seconda della gravità del problema, può manifestarsi un impedimento più o meno grave del movimento, che può limitarsi ad un piccolo fastidio localizzato, ma anche costringere all’immobilità, vista la difficoltà di poggiare il piede a terra.

Come per altre patologie, il consiglio è quello di rivolgersi ad un medico in caso di dolore, evitando quanto più possibile il movimento e tenendo l’arto a riposo. Vero è che nei casi meno gravi si è portati a continuare nell’attività fisica, ignorando il piccolo fastidio a livello plantare, ma è vero anche che si tratta di una patologia che può degenerare, causando guai ben più seri per l’organismo.

E’ abbastanza frequente, poi, che i podisti (la categoria più a rischio da questo punto di vista) siamo portati a riprendere l’attività fisica ancor prima che il dolore sia sparito del tutto, non considerando il rischio di ricadute, che comprometterebbero la guarigione totale. Cosa fare dunque in caso di fascite plantare? Il metodo migliore per guarire in fretta è il riposo assoluto, evitando che la pianta del piede venga sottoposta a sovraccarichi dannosi. E’ inutile l’assunzione di antinfiammatori, a meno che il dolore non sia particolarmente acuto (e comunque, sempre dietro prescrizione medica).

Può anche essere utile qualche esercizio di stretching che “costringa” il piede ad un lavoro di rieducazione, con allungamenti e contrazioni da effettuare in maniera molto dolce.

In ogni caso, la migliore cura è la prevenzione, ricordando che questa deve partire proprio dal tipo di calzature utilizzate, non eccessivamente basse e possibilmente fornite di plantare anatomico.

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