Il metodo PNF: come migliorare la propria mobilità articolare

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Prima di cominciare a parlare del metodo PNF, è opportuno precisare che questa tecnica utilizzata principalmente in ambito riabilitativo, deve essere utilizzata solo da persone molto motivate e attente alle possibili complicanze.

Il PNF o facilitazione neuromuscolare propriocettiva, è una tecnica derivante da procedure terapeutiche di riabilitazione. Si distingue dallo stretching in quanto dopo aver portato un gruppo muscolare nella massima posizione di allungamento, quest’ultimo viene contratto.

Esistono diverse fasi per eseguire il PNF in modo corretto:

  • la posizione di allungamento deve essere ricercata lentamente in 6-8 secondi;
  • effettuare una contrazione isometrica in 6-8 secondi dei muscoli che si stanno allungando;
  • rilasciare i muscoli per 2-4 secondi;
  • portarli al massimo allungamento in 6-8 secondi;
  • mantenere la posizione per circa 10-20 secondi;
  • ritornare lentamente alla posizione di partenza in 6-8 secondi.

Questa tecnica si basa sullo stiramento-contrazione-rilasciamento-allungamento stimolando così ulteriormente il muscolo a distendersi. La teoria PNF per quanto possa essere efficace, non è immune da pericoli e per poterla applicare richiede spesso l’intervento di un partner che deve essere particolarmente attento.

Come sopra citato, il metodo PNF viene impiegato in tutte le situazioni in cui viene compromessa l’estensibilità muscolare e un errore di esecuzione può essere traumatico per il muscolo. E’ strettamente necessario quindi, non esagerare con gli allungamenti e le contrazioni, in quanto un allenamento eseguito lentamente facilita il processo di recupero.

La massima ampiezza articolare viene raggiunta attraverso l’azione di forze esterne. L’allungamento può essere una forma di esercitazione utile ed efficace, ma potenzialmente traumatica, perché stimola facilmente il riflesso da stiramento che, se interviene su una muscolatura impreparata a subirlo, può danneggiarla o quantomeno irrigidirla vanificando l’effetto del lavoro.

Questa forma di allungamento statico è molto utile e facilmente applicabile ma ha un difetto: considera il corpo di una persona come un insieme di singoli muscoli, per cui ogni posizione mira a stirare un gruppo muscolare senza curarsi di quanto avviene in altre parti del corpo. In conclusione si consiglia di non superare mai la soglia del dolore in quanto quest’ultimo tende a irrigidire la muscolatura e di conseguenza si può andare incontro a possibili infortuni.

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