Il dolore femminile è più intenso

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Altra verità resa nota dai luminari della salute la cui tesi è, stavolta, che il dolore provato dalle donne – rispettto alle malattie o agli infortuni – è in realtà molto più intenso di quello percepito dal sesso maschile. Lo affermano i ricercatori della Stanford University School of Medicine dopo una accurata analisi fatta di studio specifico di un gran numero di dati che hanno consentito di mettere a confronto le differenze di genere.

La ricerca è stata pubblicata on line sul Journal of Pain e indica una via finora poco battuta: parrebbe infatti che la sensazione del dolore non sia solo personale e soggettiva ma che dipenda in maniera lineare dalla sessualità.

Le modalità di svolgimento dello studio sono state le seguenti: attraverso un database appositamente progettato, gli studiosi sono riusciti a prendere in considerazione e incrociare i dati relativi a oltre 160.000 tabelle sul dolore riconducibili a oltre 72 mila pazienti adulti.

Il passaggio iniziale è stato quello di selezionare i casi in base alla malattia e di valutarli associandoli – se segnalato – al dolore percepito dal paziente. Dopo ciò, gli scienziati hanno analizzato il valore della sofferenza maschile e femminile per le varie patologie. All’interno delle tabelle valutate, il dolore variava da 0 a 10 (dove zero stava per “nessun dolore” e 10 per il “peggiore immaginabile”) e riguardava 250 diverse categorie di malattie.

Attraverso lo studio sono state identificate 47 categorie diagnostiche per le quali vi erano più di 40 report sul dolore percepito da uomini e donne. Il campione includeva più di 11.000 pazienti adulti, di cui il 56% donne. A rendere conto rispetto alla ricerca è Atul Butte, autore senior dello studio:

“Non siamo certamente i primi a trovare le differenze nel dolore tra uomini e donne, ma questa volta ci siamo concentrati sull’intensità, mentre la maggior parte degli studi precedenti hanno esaminato la prevalenza. Per quanto a nostra conoscenza, questo è il primo lavoro in assoluto che ha usato dati provenienti da cartelle cliniche elettroniche per esaminare il dolore su vasta scala, attraverso un’ampia gamma di malattie. Nello specifico, abbiamo visto punteggi del dolore più elevati per le pazienti praticamente su tutta la linea”.

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