Integratori alimentari proibiti, interviene l’esercito Usa

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Valutare e analizzare in maniera analitica gli integratori dietetici e alimentari: è la nuova mission dell’esercito degli Stati Uniti d’America che ha messo sotto esame alcuni tra i prodotti maggiormente utilizzati da sportivi e atleti.

A motivare e sollecitare l’intervento dello zio Sam è stao il decesso per infarto – mentre svolgevano attività fisica – di due militari di 22 e 32 anni che avevano avuto la possibilità di assumere integratori poiché gli stessi risultavano fino a qualche tempo fa anche all’interno delle basi militari.

Tra gli altri, gli occhi dei militari si sono posati su due prodotti in particolare: sono sosanze a base di dimetilamilamina (dmaa, equivalente alla metilesanamima, inserita nella lista delle sostanze dopanti della Wada ndr) i cui nomi sono Jack3d e OxyElite. La funzione dei due integratori sarebbe quella di aumentare al contempo l’energia, la concentrazione e il metabolismo.

A riferire la notizia è il “New York Times” che chiarisce anche il fatto che i due prodotti siano assai venduti e utilizzati nel contesto non solo professionistico ma pureamatoriale, visto che gli stessi sarebbero venduti in dosi elevate tra gli appassionati di fitness non solo all’interno dei negozi specializzati ma anche su siti internet del settore quali bodybuilding.com.

Il primo passo del Dipartimento della Difesa a stelle e strisce è stato intanto quello di rimuovere tutti i prodotti a base (o a contenuto) di dmaa dai negozi delle basi militari. Inoltre, dal portavoce dell’Esercito è stato annunciato che si è in procinto di valutare se vi possano essere collegamenti tra l’uso di prodotti con dmaa e altri problemi segnalati di salute.

Immediato l’intervento della casa produttrice degli integratori in oggetto, la cui sede è a Dallas, che sostiene l’inesistenza di prove medico scientifiche che certifichino la pericolosità dei prodotti e confermi la funzione della dmaa di supplemento dietetico. Parere non assecondato, tuttavia, da più di un medico che  sollecita in tal senso l’approvazione della Food and Drug Administration prima di metterli sul mercato.

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